Io evidentemente non ci sono portata.
Scherzando (?) dico che quello che mi manca è lo "spirito di sacrificio", la realtà è che non voglio e non sono in grado di fare la madre a tempo pieno.
Ovvio che li amo, li ho voluti tanto e ho faticato per averli, ma davvero ci sono momenti (giorni, settimane) in cui un sonoro "chi cazzo me lo ha fatto fare" riecheggia potente nella mia testa.
Sono stanca.
È più di un anno che non lavoro, sono andata sotto ispettorato dieci giorni prima della maternità obbligatoria: andare in ufficio coi mezzi e la pancia di gemelli era diventato troppo faticoso. Speravo -ingenuotta ottimista- di godermi il mese che mancava a parto, passeggiate col cane, penniche sul divano, serie tv e libri. E invece pochi giorni dopo la flussimetria ha riscontrato uno scarso accrescimento in un gemello e quindi cesareo d'urgenza.
La faccio breve: quasi due mesi in TIN, con tutto quel bel portato di ansie e paure correlate.
Poi finalmente a casa.
Per i primi due mesi è andata anche benino. Ero sola, ma più o meno si gestivano. Poi si sono "svegliati" e io sono crollata.
Da allora ci sta sempre qualcuno in casa per aiutarmi. Ed è una bella rottura non essere mai davvero sola.
Ci sono madri più brave di me, io sola non riesco a nutrirli, lavarli, uscire.
Quindi quel poraccio di mio padre è costretto a fare il nonno a tempo pieno.
Mia mamma è morta anni fa e mai come in questo periodo ho sentito la sua mancanza. So che lei avrebbe capito tutte 'ste paranoie e insicurezze che ho.
Le ultime settimane sono state un inferno, tra bronchiolite, aerosol e cacarella (dove due cosi così piccoli possano tenere tanta merda rimane un mistero).
Ho passato un'intensa notte a piangere seduta per terra in salotto mentre uno dei due (non) dormiva sul divano.
Ci sono momenti in cui mi sento profondamente inadeguata, incapace e pure un po' arida.
Non ho quel trasporto che ci si aspetta dalle madri, che nell'immaginario collettivo (sarà una cosa solo italiana o è comune in tutto il globo?) deve essere sempre pronta a sacrificarsi col sorriso per la prole, mettendo se stessa e tutto il resto in secondo piano.
Sono fatta così, è il mio carattere, non sono una dai grandi slanci affettivi, né un'amante delle smancerie e certe volte mi chiedo se questo lato del mio - pessimo - carattere sia compatibile con la maternità.
Tempo fa lessi un articolo che raccontava di donne pentite di aver fatto figli e mi domando se potendo tornare indietro lo rifarei.
Magari ha ragione chi mi dice che è una fase, che andrà meglio con la crescita dei bambini e che si tratta "solo" di stringere "(ancora di più?!) i denti.
Mado, ci mancava un blog lamentoso di un madre inadeguata.
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