venerdì 14 dicembre 2018

#1

Io evidentemente non ci sono portata.

Scherzando (?) dico che quello che mi manca è lo "spirito di sacrificio", la realtà è che non voglio e non sono in grado di fare la madre a tempo pieno. 
Ovvio che li amo, li ho voluti tanto e ho faticato per averli, ma davvero ci sono momenti (giorni, settimane) in cui un sonoro "chi cazzo me lo ha fatto fare" riecheggia potente nella mia testa.

Sono stanca.

È più di un anno che non lavoro, sono andata sotto ispettorato dieci giorni prima della maternità obbligatoria: andare in ufficio coi mezzi e la pancia di gemelli era diventato troppo faticoso. Speravo -ingenuotta ottimista- di godermi il mese che mancava a parto, passeggiate col cane, penniche sul divano, serie tv e libri. E invece pochi giorni dopo la flussimetria ha riscontrato uno scarso accrescimento in un gemello e quindi cesareo d'urgenza.

La faccio breve: quasi due mesi in TIN, con tutto quel bel portato di ansie e paure correlate.

Poi finalmente a casa.

Per i primi due mesi è andata anche benino. Ero sola, ma più o meno si gestivano. Poi si sono "svegliati" e io sono crollata. 

Da allora ci sta sempre qualcuno in casa per aiutarmi. Ed è una bella rottura non essere mai davvero sola.
Ci sono madri più brave di me, io sola non riesco a nutrirli, lavarli, uscire. 
Quindi quel poraccio di mio padre è costretto a fare il nonno a tempo pieno. 
Mia mamma è morta anni fa e mai come in questo periodo ho sentito la sua mancanza. So che lei avrebbe capito tutte 'ste paranoie e insicurezze che ho.

Le ultime settimane sono state un inferno, tra bronchiolite, aerosol e cacarella (dove due cosi così piccoli possano tenere tanta merda rimane un mistero).

Ho passato un'intensa notte a piangere seduta per terra in salotto mentre uno dei due (non) dormiva sul divano.

Ci sono momenti in cui mi sento profondamente inadeguata, incapace e pure un po' arida.
Non ho quel trasporto che ci si aspetta dalle madri, che nell'immaginario collettivo (sarà una cosa solo italiana o è comune in tutto il globo?) deve essere sempre pronta a sacrificarsi col sorriso per la prole, mettendo se stessa e tutto il resto in secondo piano.

Sono fatta così, è il mio carattere, non sono una dai grandi slanci affettivi, né un'amante delle smancerie e certe volte mi chiedo se questo lato del mio - pessimo - carattere sia compatibile con la maternità. 

Tempo fa lessi un articolo che raccontava di donne pentite di aver fatto figli e mi domando se potendo tornare indietro lo rifarei.

Magari ha ragione chi mi dice che è una fase, che andrà meglio con la crescita dei bambini e che si tratta "solo" di stringere "(ancora di più?!) i denti.

Mado, ci mancava un blog lamentoso di un madre inadeguata.

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